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Percorso tematico   Home Page > Percorso tematico > Il rapporto coi modelli > Erasmo da Rotterdam

 Erasmo da Rotterdam

fotografia La presenza delle opere dell’umanista Erasmo da Rotterdam nella biblioteca privata di Castiglione, a partire dalla fondamentale Institutio principis christiani del 1516 e dai suoi lavori di traduzione e parafrasi del Nuovo Testamento, consente di analizzare i rapporti tra i due scrittori a partire da una effettiva base documentaria. Allorché Castiglione attende alla revisione della prima redazione dell’opera, negli anni seguenti al 1515, la fama di Erasmo in Italia, e specialmente negli ambienti romani frequentati da Baldassarre, tocca il suo apice. Sicché viene naturale ipotizzare che la lettura delle principali opere erasmiane stampate in Italia in questo preciso periodo (l’Encomium moriae, l’Institutio principis christiani e le traduzioni da Isocrate e Plutarco) abbia influenzato Castiglione, fornendogli preziosi spunti per l’allestimento della seconda redazione della sua opera. In particolare deriverebbero dagli scritti di Erasmo i materiali impiegati da Baldassarre nella parte del dialogo riservata alla discussione della figura del principe e dei suoi rapporti con i gentiluomini della corte. L’Institutio principis christiani, in particolare, ruota su tre concetti fondamentali anche nella concezione di Castiglione: l’educazione del principe, la necessità di evitare l’adulazione, l’esigenza di perseguire la pace. Castiglione recepisce da Erasmo l’importanza di analizzare la questione dei rapporti tra il principe e il cortigiano, ma, giunto alla redazione definitiva, risolve in problema in modo nuovo: al cortigiano, infatti, viene attribuito non più un compito di generica edificazione morale, come in Erasmo, bensì una specifica corresponsabilità nella gestione del potere, su un piano quasi paritetico.

Accade poi, che proprio negli anni in cui porta a termine la composizione del Cortegiano, al tempo della nunziatura a Madrid, Castiglione maturi nei confronti di Erasmo un atteggiamento di freddezza e ritrosia, che ha però radici non culturali ma politiche. Sono infatti discepoli di Erasmo gli umanisti della corte di Carlo V attivi a promuovere l’azione antiromana dell’imperatore, contro cui egli è costretto a prendere posizione. È un sodale di Erasmo, soprattutto, Alfonso de Valdés, l’uomo con cui Baldassarre ingaggia, negli ultimi tempi della sua vita, la più terribile e aspra delle contese.

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