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Dall’Italia all’Europa

fotografia Castiglione, ostinatamente e reiteratamente, si sforza di proiettare la sua riflessione politica su scala internazionale, rendendone partecipi i protagonisti della scena europea. Già la commemorazione funebre di Guidubaldo di Montefeltro, scritta nel 1508, viene indirizzata non al pontefice di Roma, Giulio II, o al principe di una delle varie corti italiane, ma a Enrico VII, re d’Inghilterra, che Baldassarre ha conosciuto al tempo della sua missione a Londra. Il primo abbozzo del Cortegiano, di lì a qualche anno, si apre con un elogio ampio e smaccato per il re di Francia, Francesco I, come fosse l’ispiratore e il committente dell’opera: al fine di renderlo benevolo nei confronti dello stato di Urbino, in vista del congresso di Bologna. Cassata questa porzione del testo, nella redazione definitiva dell’opera i tre grandi sovrani dell’Europa contemporanea vengono allineati, per indicare che essi costituiscono l’ideale referente del discorso politico contenuto nel quarto libro: Francesco I di Francia, Enrico VIII d’Inghilterra e l’imperatore Carlo V di Spagna.

A questi nomi Castiglione aggancia l’evocazione del suo auspicio di una Europa unita, concorde e in pace, incline, a dispetto delle conflagranti contese religiose, all’esercizio delle arti più che a quello delle armi, e, se mai, intesa a muovere la guerra con una crociata contro gli infedeli. Valgono per questi principi le medesime virtù, costitutive di ogni discorso politico di ascendenza classica e umanistica, indicate a proposito di Guidubaldo di Montefeltro: ingegno, bontà, prudenza, modestia, magnanimità. Come era stato il duca di Urbino, così sono – o, almeno, così pare a Castiglione che siano – i grandi sovrani delle monarchie moderne, e così dovranno continuare a essere i principi degni di tal nome. Questa proiezione è parte essenziale della strategia retorica elaborata dall’autore del Cortegiano, che, partito dalla giovanile stagione milanese, giunge infine a identificare, come destinazione ultima del proprio pensiero, le nuove capitali del progresso civile e culturale.

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