L’attività politica (1294-1302)
Acquisita una certa notorietà intellettuale, Dante comincia il suo impegno nella vita politica fiorentina, che sarà sempre improntato a un’intransigente difesa dell’autonomia comunale contro ogni tipo di ingerenza esterna. Se nel marzo del 1294 incontrò il principe Carlo Martello, forse come membro di una delegazione ufficiale, solo nel 1295, dopo le modifiche degli Ordinamenti di giustizia, Dante, già iscritto all’Arte dei Medici e degli Speziali, intraprende attivamente la carriera politica. Dalla fine del 1295 è infatti membro del Consiglio speciale del popolo, del Consiglio dei Savi per l’elezione dei Priori, del Consiglio dei Cento, il più importante organo amministrativo del Comune e, a maggio del 1300, è inviato come ambasciatore a San Gimignano. Il successo dell’ambasceria favorì probabilmente la sua elezione, nello stesso anno, per il bimestre dal 15 giugno al 15 agosto, a Priore, massima carica dello Stato; da allora la sua attività pubblica è intensissima. Sono questi gli anni in cui a Firenze si fa sempre più aspro il contrasto tra Guelfi Bianchi e Neri e sempre più pressante l’ingerenza di Bonifacio VIII. Dante, orientato verso i primi, è costretto a decisioni gravide di conseguenze: confina gli esponenti più turbolenti delle due fazioni, tra i quali il bianco Guido Cavalcanti; propone di rifiutare aiuti economici a Carlo II d’Angiò; vota contro una richiesta di aiuto militare di Bonifacio VIII. Frattanto, giunto Carlo di Valois in Toscana come “paciere”, nella seconda metà di ottobre del 1301 Dante è inviato a Roma dal papa per verificarne le reali intenzioni. La situazione però precipita: Carlo entra a Firenze; i Neri, impadronitisi del potere, condannano nei primi mesi del 1302, come si legge nel Libro del Chiodo, i Bianchi più in vista, tra cui Dante, che non farà più ritorno a Firenze.
La febbrile attività politica non impedisce del tutto l’impegno letterario: sono infatti riconducibili a questi anni alcuni importanti cicli di rime, tra cui la Tenzone con Forese e le Petrose.

