Parere sulla istituzione di un giornale letterario
Nel febbraio del 1815 in un clima politico intimidatorio segnato dalla scoperta della congiura che tra il dicembre 1814 e il gennaio 1815 aveva coinvolto molti amici di Foscolo, lo scrittore accettò di incontrare segretamente esponenti del governo austriaco, allo scopo di definire la possibilità di pubblicare una rivista letteraria.
L’intento del governo austriaco era di favorire, con la partecipazione degli intellettuali, una transizione moderata al nuovo regime, creando un’occasione di discussione che coinvolgesse forze sociali e culturali eterogenee.
La partecipazione di Foscolo alla parte progettuale dell’iniziativa (dalla quale successivamente nacque la “Biblioteca italiana”), interrotta bruscamente dalla partenza dell’autore per la Svizzera, è uno dei punti più controversi della sua biografia. Da parte dell’Austria la scelta dello scrittore era motivata dall’autonomia che Foscolo aveva dimostrato negli anni del potere napoleonico e dalle sue costanti prese di posizione critiche nei confronti dei letterati asserviti alla Francia; Foscolo inoltre godeva ormai di un prestigio internazionale. Più difficile è comprendere la decisione di Foscolo di accettare la proposta, che inevitabilmente lo sottoponeva ad accuse di tradimento e di accondiscendenza nei confronti del governo austriaco.
Il Parere costituisce un’altra tappa della riflessione del poeta sulla funzione della letteratura e sul rapporto tra letterato e potere; egli riprende la polemica contro i letterati filo-francesi che nel corso degli anni napoleonici, tramite riviste compiacenti, avevano mercificato la letteratura. Ribadisce quindi, in termini più generici e moderati rispetto alle Lezioni pavesi, la funzione di mediazione sociale delle lettere che devono “calmare le passioni” e “dirigere le opinioni alla calma e alla tranquillità”. Il ruolo della letteratura è quindi quello di infondere armonia nei rapporti sociali, educando i cittadini alla riflessione e all’equilibrio.

