titolo Giacomo LeopardiGiacomo Leopardi
Home pagepercorso biograficopercorso tematicoCreditienglish version
punto
bordo
Percorso testuale   Home Page > Percorso testuale > Poesie > Sopra un basso rilievo antico sepolcrale, dove una giovane morta è rappresentata in atto di partire, accomiatandosi dai suoi

Sopra un basso rilievo antico sepolcrale, dove una giovane morta è rappresentata in atto di partire, accomiatandosi dai suoi

fotografia Canzone “libera” di sette strofe di varia lunghezza, fu composta fra il 1831 e il 1835 e pubblicata la prima volta nell’edizione di Napoli 1835.

Con la successiva Sopra il ritratto di una bella donna costituisce le cosiddette “sepolcrali”, legate alla riflessione sulla morte (tema molto frequente nel pensiero leopardiano, dalle Operette morali fino allo Zibaldone), e in particolare alla riflessione sulla morte di giovani donne (gli esempi poetici più immediati sono costituiti da A Silvia e dalle Ricordanze, ma la tematica era già presente nei Ricordi d’infanzia e di adolescenza, e nel Canto giovanile Il sogno.

Al centro del Canto, un angoscioso interrogativo metafisico rivolto alla natura, “Madre temuta e pianta”, “illaudabil maraviglia, / che per uccider partorisci e nutri” (v. 44; vv. 46-7): se morire è un male, perché consentirlo in creature innocenti? E se è un bene, perché la perdita di persone care addolora così tanto chi rimane in vita?

se danno è del mortale

immaturo perir, come il consenti

in quei capi innocenti?

Se ben, perché funesta,

perché sovra ogni male,

a chi si parte, a chi rimane in vita,

inconsolabil fai tal dipartita?

Ed è proprio la crudeltà del distacco tra persone care che motiva un’ulteriore serie di domande rivolte alla natura (vv. 75-107); domande che purtroppo rimangono senza risposta, considerato che dalla natura (e qui ritorna la tematica dell’indifferenza della natura, centrale nel Dialogo della Natura e di un Islandese) “altro negli atti suoi / che nostro male o nostro ben si cura” (vv. 108-9):

Come, hai come, o natura il cor ti soffre

di strappar dalle braccia

all’amico l’amico,

al fratello il fratello,

la prole al genitore,

all’amante l’amore: e l’uno estinto,

l’altro in vita serbar? Come potesti

far necessario in noi

tanto dolor, che sopravviva amando

al mortale il mortal? ... (vv. 98-107)

on
off
            indietrostampatesto integraleInternet Culturale
bordo
Percorso biografico - Percorso testuale - Percorso tematico
Home "Viaggi nel testo" - Dante Alighieri - Francesco Petrarca - Giovanni Boccaccio - Baldassarre Castiglione
Ludovico Ariosto - Torquato Tasso - Ugo Foscolo - Alessandro Manzoni - Giacomo Leopardi

Valid HTML 4.01 Strict        Valid HTML 4.01 Strict