Le ricordanze
Canto in endecasillabi sciolti, composto a Recanati tra il 26 agosto e il 12 settembre 1829, fu pubblicato la prima volta nell’edizione di Firenze 1831.
La tematica della rimembranza, affrontata in molti passi dello Zibaldone, è fondamentale nella riflessione leopardiana, e in particolare nei Canti “pisano-recanatesi”, dal Risorgimento al Sabato del villaggio (si ricordi anche come La ricordanza fosse il titolo originario di Alla luna). In questo Canto, quasi una autobiografia (quell’autobiografia che Leopardi non riuscì a comporre in forma “romanzesca”, nonostante diversi tentativi di scritti autobiografici), trovano spazio alcuni tra i motivi più intimi del poeta, legati sia al dolore per la vita presente (“ma con dolor sottentra / il pensier del presente”, vv. 58-9), sia al ricordo struggente del passato e delle speranze perdute della giovinezza. Tra i primi, l’angoscia per la vita che il poeta è costretto a condurre a Recanati:
natio borgo selvaggio, intra una gente
zotica, vil; cui nomi strani, e spesso
argomento di riso e di trastullo,
son dottrina e saper ...
Qui passo gli anni, abbandonato, occulto,
senz’amor, senza vita; ed aspro a forza
tra lo stuol de’ malevoli divengo (vv. 30-3, 38-40).
Fra i motivi legati al ricordo del passato (tra cui le “vaghe stelle dell’Orsa” contemplate “sul paterno giardino scintillanti”, o “il suon dell’ora / dalla torre del borgo”, vv. 1-3, 50-1), acquista invece particolare rilievo quello dell’amore giovanile per Nerina, una delle fanciulle morte nel fiore degli anni che popolano i Canti, dal Sogno ad A Silvia a Sopra un basso rilievo:
O Nerina! E di te forse non odo
questi luoghi parlar? caduta forse
dal mio pensier sei tu? Dove sei gita,
che qui sola di te la ricordanza
trovo, dolcezza mia?...
... Ove sei, che più non odo
la tua voce sonar, siccome un giorno,
quando soleva ogni lontano accento
del labbro tuo, ch’a me giungesse, il volto
scolorarmi? Altro tempo. I giorni tuoi
furo, mio dolce amor. Passasti. ... (vv. 136-40, 144-9)

