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Percorso biografico > Gli studi e gli esordi letterari > Scipione Gonzaga
Scipione Gonzaga
Nato nel 1542 dai Gonzaga marchesi di Gazzuolo, venne subito destinato alla carriera ecclesiastica, e si stabilì a Padova per compiere gli studi. Appunto a Padova, agli inizi degli anni ’60, conobbe e frequentò il Tasso e poi, nel 1564, promosse le riunioni dell’Accademia degli Eterei, cui anche il Tasso fu ammesso. Si saldò in questa stagione un’amicizia destinata a durare trent’anni (fino alla morte del Gonzaga, gennaio 1593) e che conobbe due momenti di particolare importanza nel corso della vita del Tasso. Il primo negli anni 1575-1576, quando il Gonzaga rappresentò il principale interlocutore nel corso della revisione della Liberata (da questa collaborazione sarebbe derivata, tra l’altro, la copia del codice Gonzaga, uno dei manoscritti più importanti per il testo del poema) e nello stesso tempo tentò di organizzare nell’ombra il passaggio alla corte dei Medici di un Tasso ormai scontento a Ferrara. Il secondo momento cadde dopo la liberazione da Sant’Anna, quando il palazzo romano del Gonzaga, intanto nominato cardinale (dicembre 1587), divenne uno dei luoghi di rifugio, alla fine di quello stesso anno, e poi dal novembre 1588 all’agosto 1589, per un poeta stanco e spesso insofferente alla vita di corte. Di questa lunga amicizia rimangono tracce consistenti nell’opera tassiana: le numerose Lettere poetiche, anzi tutto, ma anche una serie di componimenti in versi (per tutti si ricordino Rime, 515-516, sull’ingresso del Tassino tra gli Eterei), ma ancora la dedica dei I discorsi dell’arte poetica, scritti dal Tasso giovane della stagione padovana ma stampati solo nel 1587. Di utilità anche tassiana, d’altra parte, l’autobiografia che il Gonzaga compose con il titolo Commentariorum rerum suarum libri tres, stampata per la prima volta nel 1791 (ora nell’edizione italiana a cura di D. Della Terza, Modena, Panini, 1987).
 
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