Decameron
Attori e narratori nel Decameron: i livelli della diegesi narrativa.
Una complessa stratigrafia di voci caratterizza la narrazione decameroniana[1]. Se a livello extradiegetico a prendere la parola è il narratore, che relega al paratesto, costituito da proemio, introduzione alla IV giornata e conclusioni la discussione di questioni metatestuali, inerenti la composizione dell’opera, con la cornice, o macrotesto, avviene il passaggio al livello intradiegetico della narrazione. Il racconto si articola in tre momenti principali, che comprendono lo scenario di morte della peste, la fuga della brigata verso la campagna e la descrizione del nuovo modus vivendi seguito dai giovani fiorentini nelle dimore signorili del contado. Soltanto con le novelle si avvia la vera diegesi narrativa. Alla voce del narratore, protagonista dello spazio extradiegetico, e a quella dei novellatori, padroni del livello intradiegetico, si sostituiscono adesso i personaggi delle novelle, ovvero gli attori che si muovono sul piano diegetico dell’azione narrativa. Il procedimento di focalizzazione progressiva dell’istanza narrante, che sembra proiettare il lettore in una dimensione sempre più intima della finzione letteraria, ricorda nella sua costruzione gerarchica il meccanismo delle scatole cinesi. Con l’inserzione di una novella secondaria all’interno di una novella principale, come nel caso ad esempio di Melchisedec e Bergamino (I, 3, 7), si assiste ad un ulteriore inabissamento del piano della narrazione, che può definirsi in questo caso metadiegetico. La voce narrante diventa perciò quella dei personaggi-narratori.
[1]M. Picone, La prima giornata, in Introduzione al Decameron, a c. di M. Picone-M. Mesirca, Firenze 2004, pp. 57-78, in part. pp. 59-60.

