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Percorso tematico   Home Page > Percorso tematico > Le virtù del perfetto cortigiano > Il gusto dell’ironia

Il gusto dell’ironia

fotografia Nelle parole, nei gesti e negli abiti il perfetto uomo di corte tratteggiato da Castiglione cercherà di dare una immagine grave e pacata, non frivola o vanesia. Eviterà i comportamenti goffi o troppo vivaci, sbracati e volgari: ma, al tempo medesimo, procurerà di non apparire freddo, superbo e disumano. A tal fine gli gioverà il ricorso, accorto e ben studiato, all’ironia e all’autoironia. Si tratta di un aspetto che Castiglione evidenzia già nell’epistola a Enrico VII, in cui, prendendo a modello Guidubaldo di Montefeltro, vengono celebrate le doti del perfetto conversatore: il garbo e l’affabilità, la facondia e la finezza, e soprattutto la piacevolezza faceta, cortese e socievole, che alleggerisce il discorso e lo rende accattivante per mezzo di motti arguti, senza mai scadere, tuttavia, nella sciocchezza o nella sconvenienza.

La facezia ricrea lo spirito ed evita che subentrino la tristezza o la noia. Tale convinzione, già radicata nel pensiero di Cicerone, era stata ripresa, alla fine del Quattrocento, da Giovanni Pontano nel De principe. Di qui Castiglione, evidentemente stimolato anche dalla sua passione e sensibilità nei confronti del teatro comico, prende le mosse per riservare una ampia porzione del secondo libro del Cortegiano alla indagine delle forme ilari e festive della conversazione. Viene così proposta una trattazione monografica sugli usi della comicità nella vita di relazione: Bernardo Dovizi da Bibbiena, al quale è affidato il discorso, in primo luogo censura i casi in cui il riso comporti ferita o dolore o perversità ai danni di chi è oggetto dell’ironia. Il ricorso alle burle, legittimo e necessario, deve dunque essere calibrato con attenzione: esse devono divertire senza offendere, senza risultare troppo mordaci. I pericoli da evitare sono la rozzezza contadinesca, la sguaiataggine sboccata, la triviale oscenità. L’analisi si conclude con una ricca esemplificazione, che consente a Castiglione di censire e classificare i modi che assicurano la buona riuscita della battuta faceta e brillante.

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