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Percorso tematico   Home Page > Percorso tematico > Il confronto con Machiavelli > I consiglieri del principe

 I consiglieri del principe

fotografia Il tema del Libro del Cortegiano è la definizione del profilo, morale e intellettuale, del perfetto gentiluomo di corte. Nel quarto libro dell’opera, in particolare, si sottolinea come tutte le sue qualità sono funzionali ad assicurargli un ruolo di spicco, accanto al principe, nella gestione del potere politico. Il traguardo più alto, per ogni cortigiano, è il ruolo di consigliere del sovrano, capace, in ogni circostanza, di conservare la franchezza necessaria per non cedere alla tentazione dell’adulazione, e dire invece la verità, anche quando questa possa risultare scomoda, imbarazzante.

Il medesimo argomento, se pure dall’opposta prospettiva, viene affrontato da Machiavelli nei capitoli XXII e XXIII del Principe, dove esplicitamente si lamenta il fatto che le corti siano piene di adulatori, i quali, assecondando sempre il principe e blandendolo, lo conducono alla rovina. Il ragionamento di Machiavelli, circa i ministri, i segretari e i funzionari più vicini al principe, censura questa negativa abitudine e, in termini simili a quelli adoperati da Castiglione, rivendica la funzione politicamente costruttiva della verità. Il principe – dice Machiavelli – non deve mai offendersi quando i suoi consiglieri, espressamente interrogati gli dicono la verità, benché questa possa risultare critica o offensiva: “perché non ci è altro modo a guardarsi da le adulazioni, se non che gli uomini intendino che non ti offendino a dirti el vero; ma quando ciascuno ti può dire il vero, ti manca la reverenza” (N. Machiavelli, Il principe, a cura di G. Inglese, Torino 1995, 156).

Castiglione e Machiavelli concordano nello stabilire che il consigliere del principe ha l’obbligo di essere un testimone veridico, che non adula il signore ma gli rappresenta la verità dei fatti. Si tratta, per altro, di una riflessione comune nella letteratura politica dell’età classica e rinascimentale, presente già nelle opere di Plutarco e di qui ripresa, per esempio, da Erasmo da Rotterdam. Specifica di Machiavelli è però una originale sottolineatura, che avvicina ulteriormente il suo testo alle pagine dedicate da Castiglione al medesimo argomento: il principe non deve concedere a tutti, indiscriminatamente, il diritto dire la verità, perché ciò lo esporrebbe al vilipendio; la verità è necessaria, ma, per non essere reputato debole, egli deve selezionare in modo rigoroso coloro dei quali fidarsi, ed esercitare perpetuamente su di essi un attento controllo.

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