Entusiasmo
Nello Zibaldone il concetto di “entusiasmo” è indissolubilmente connesso alla riflessione sulla letteratura, e in particolare alla riflessione sulla poesia.
Mostrando un pensiero assai poco in consonanza con le contemporanee concezioni “romantiche” (non a caso su questo tema scrisse anche nel suo saggio di poetica Discorso di un Italiano intorno alla poesia romantica, nel quale contro il Romanticismo, che propugnava un’arte “attuale”, “utile” e “sentimentale”, era esaltato il Classicismo, fautore di una poesia vicina alla natura e alle illusioni dell’antichità), Leopardi ritiene in particolare che per l’invenzione poetica l’entusiasmo non solo non sia necessario, ma possa addirittura rivelarsi dannoso:
Quando non è profondo vogliamo comunicarlo, quando è profondo no [85-6] è connesso al vigore fisico [96-7, 115] in quanto “astratto, vago, indefinito” giova all’esecuzione, non all’invenzione poetica (che necessita invece della memoria dell’entusiasmo) [257-9]; infatti, “il poeta nel colmo dell’entusiasmo della passione ec. non è poeta, cioè non è in grado di poetare” [714] “Un uomo di forte e viva immaginazione ... in un punto di straordinario e passeggero vigore corporale, di entusiasmo, di disperazione, di vivissimo dolore o passione qualunque ... scopre delle verità che molti secoli non bastano alla pura e fredda e geometrica ragione per iscoprire” [1975-8, 3269-71] “l’entusiasmo, l’ispirazione, essenziali alla poesia, non sono cose durevoli. Né si possono troppo a lungo mantenere in chi legge” [4372].

