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percorso biografico   Home Page > Percorso biografico > La famiglia di origine > Galasso Ariosto

Galasso Ariosto

Fratello minore di Ludovico Ariosto, ottavo figlio di Niccolò e di Daria Malaguzzi Valeri, nasce a Ferrara nel 1489. E’ avviato alla carriera ecclesiastica da Ludovico che gli dedica la II Satira. Si trasferisce a Roma ed entra al servizio prima di Raffaello Riario, cardinale di San Giorgio, e poi del cardinale Innocenzo Cybo, con il quale già da tempo aveva una grande familiarità. L’obiettivo di Galasso era quello di ottenere una prelatura: si legga a tal proposito il fratello Ludovico in Satire, I, vv. 202-203: "Galasso vuol ne la città di Evandro / por la camicia sopra la guarnaccia". Dopo una breve fase trascorsa a Ferrara, passa al servizio del cardinale Ercole Gonzaga che accompagna nelle missioni diplomatiche in Germania e in Francia. Nel 1532 diviene padrone, coi fratelli Gabriele e Alessandro, della magna domus paterna a Ferrara. Il 6 luglio del 1533, alla morte di Ludovico, Galasso non è a Ferrara e forse non partecipa ai funerali del fratello, che pure aveva premurosamente assistito durante il semestre di malattia. Nel 1534 gli viene conferito un canonicato nella cattedrale di Reggio e nel 1540 viene nominato canonico custode della cattedrale di Ferrara, una dignità istituita nel 1514 dal cardinale Ippolito d’Este e in seguito trasmessa in via ereditaria nella famiglia Ariosto. In questi anni vive anche coi proventi dei benefici di Tamara e di Curlo, nel contado ferrarese. In seguito passa al servizio del duca di Ferrara Ercole II, che lo invia come ambasciatore a Venezia e poi in Germania presso Carlo V. La sua vita ha termine nel 1546 nella città danubiana di Ingolstadt, dove viene sepolto. E’ un letterato colto ed elegante, autore di una commedia (cui allude Francesco Torre in una lettera indirizzata a Galasso il 26 settembre 1537), in rapporti confidenziali con il novelliere cinquecentesco Matteo Bandello e con Pietro Bembo. Svolge una funzione di intermediazione tra il papa Leone X e Ludovico Ariosto per la messa in scena in Vaticano dei Suppositi e del Negromante.

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