Stile
L’importanza fondamentale dello stile in letteratura e in particolare in poesia, oltre che in forma “seria” negli scritti di poetica (come il Discorso intorno alla poesia romantica o le Prefazioni alle Crestomazie), venne ribadita da Leopardi in forma giocosa, ma non per questo meno significativa, nel testo intitolato Scherzo, ultimo dei Canti.
Anche i pensieri dello Zibaldone insistono molto sulla mancanza di stile nella poesia moderna, rispetto a quella antica:
I diversi stili nella lingua sembrano quasi diverse lingue [321, 1313-5, 1683-4, 2197-9] oggi è un’arte quasi del tutto perduta [976] sullo stile degli antichi, forte ed efficace [1470-2] la forza dello stile poetico consiste nella rapidità e nella concisione [2041-3, 2239, 2337, 2358-9]; e le immagini devono essere appena accennate: ciò è piacevole perché obbliga ad immaginare [2054-7] “uno può esser poeta, non avendo altro di poetico che lo stile”, come Orazio [2049-52] “Sono tanto più ardite poetiche le lingue e gli stili antichi, che i moderni” [2172, 2443, 3864] “Non basta che lo scrittore sia padrone del proprio stile. Bisogna che il suo stile sia padrone delle cose” [2611-3] oggi “non v’è che uno stile per tutti, e questo consiste assai più nelle sentenze che nelle parole” [2914-7] la chiarezza e la semplicità sono effetto dell’arte [3047-50] nello scrivere è bella un’apparente sprezzatura [3050-1] “chiunque non sa immaginare, pensare, sentire, inventare, non può nè possedere un buono stile poetico, nè tenerne l’arte, nè eseguirlo, nè giudicarlo ... Onde non può mai esser poeta per lo stile chi non è poeta per tutto il resto” [3388-9, 4465, 4503] langue se manca l’immaginazione [3719-20] richiede “immensa fatica” [4021] chi oggi scrivendo ricerca la perfezione dello stile si può dire scriva per i morti [4240] oggi è tanto peggiore quanto sono materialmente belle le edizioni; eppure senza di esso non può darsi gloria letteraria [4268-71].

