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Percorso tematico   Home Page > Percorso tematico > Il confronto con Machiavelli > Un dialogo impossibile?

 Un dialogo impossibile?

fotografia Machiavelli e Castiglione, il Principe e il Libro del Cortegiano: i due autori e le due opere si situano su sfondi storici differenti, sono il risultato di esperienze biografiche e culturali incomparabili, ed esprimono dunque una visione dell’uomo, del mondo e del potere, almeno in apparenza, diametralmente opposta. Non mancano tuttavia le possibilità per stabilire, tra i due testi, un proficuo confronto: il Principe, infatti, non parla espressamente della corte, come teatro dell’azione politica e diplomatica in cui chi detiene il potere mette in scena se stesso. E neppure l’opera di Machiavelli menziona in modo esplicito la categoria sociale o professionale del cortigiano, che costituisce invece l’argomento precipuo del testo di Castiglione. Tuttavia, anche nel Principe si riconosce che chi deve provvedere alla conservazione dello stato, amministrandolo, ha bisogno di disporre di un personale qualificato al proprio servizio: ha bisogno di ministri e segretari, consiglieri segreti ed esecutori fedeli degli indirizzi del principe.

Machiavelli muore a Firenze nel giugno del 1527, e la sua opera viene pubblicata a stampa per la prima volta nel 1532. Castiglione muore a Toledo nel 1529, pochi mesi dopo la prima edizione del Cortegiano. Quindi è certo che nessuno dei due autori ha avuto la possibilità di vedere a stampa il capolavoro letterario dell’altro. Ma mentre pare improbabile che Machiavelli abbia potuto leggere il Cortegiano, o brani di esso, mediante una copia manoscritta, non si può escludere l’opposto. Sembra anzi possibile che Castiglione abbia letto un manoscritto del Principe, la cui circolazione è attestata a partire dal 1517, grazie a una copia messagli a disposizione da uno dei suoi amici in diretto rapporto se non con lo stesso Machiavelli, con l’ambiente fiorentino (per esempio, Bernardo Dovizi da Bibbiena, Giuliano de’ Medici, oppure Leone X e il cardinale Giulio de’ Medici, poi papa Clemente VII). Se l’ipotesi è corretta, il Principe deve essere incluso tra le fonti del Cortegiano, quale stimolo fondamentale – per Castiglione – nella riflessione sulla figura del principe e sui suoi rapporti con i propri consiglieri.

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